Il programma Au Pair in America di Euroeduca consente alle ragazze dai 18 ai 26 anni di soggiornare negli Stati Uniti a costo quasi zero.
Abbiamo raccolto la testimonianza di Irene, una ragazza che ha soggiornato due anni negli Stati Uniti.
Il viaggio di Irene
“Sono partita per gli Stati uniti esattamente l’11 novembre con un visto J1, che significa 12 mesi di permanenza più un eventuale 13° mese facoltativo che la maggior parte delle au-pairs sfrutta per viaggiare.
Prima di conoscere la mia famiglia ospite, sono stata a New York per quattro giorni prendendo parte al corso obbligatorio di orientamento, totalmente gratuito, organizzato da psicologi appartenenti al programma Au Pair in America. Quando sono arrivata all’aeroporto di New York un responsabile dell’agenzia mi aspettava davanti al gate di uscita con un cartello enorme con scritto appunto
Fuori dall’aeroporto ci aspettava un pullman. Come me c’erano tante altre au-pairs provenienti da ogni parte del mondo e l’atmosfera è stata subito positiva e accogliente.
Per 4 giorni ho alloggiato presso l’Hotel Double Tree by Hilton completamente spesata di tutto, condividendo la camera-appartamento insieme ad altre due ragazze. Durante il soggiorno a New York ho preso parte a più lezioni orientative che trattavano utilissimi argomenti di pronto soccorso, pedagogia, psicologia.
Trascorsi i quattro giorni, ho raggiunto in aereo Los Angeles dove sono stata accolta da Matthew, Jackie, Nikki e Nate: la famiglia mi stava aspettando con cartelli coloratissimi di benvenuto con scritto il mio nome!
Programma Au Pair in America: la sistemazione in famiglia
Sono stata in una famiglia americana dove si parlava solo inglese ma è stato facile adattarsi con l’aiuto della mia host mum che per il primo mese era con me e il piccolo Nate. I figli, Nikki 2 anni e Nate 2 mesi, sono stati come dei fratellini per tutta la durata del programma (e in un certo modo lo sono ancora).
I miei compiti consistevamo principalmente nello stare con il piccolino mentre i genitori erano al lavoro. Mi svegliavo intorno alle 8.30 e fino alle 16.00 trascorrevo la giornata con Nate poi insieme andavamo a prendere la sorella a scuola e trascorrevamo le ultime 2 ore circa a giocare, colorare oppure leggere. Capitava a volte che la famiglia mi chiedesse di stare con i bambini durante la sera. In quelle occasioni organizzavamo dei pigiama party, Nikki aveva il compito di scegliere il cartone della serata e io preparavo gli snack.
Ogni giovedì ricevevo bonifico sul mio conto americano di 200 dollari, da programma sarebbero 195.75$, ma la maggior parte delle famiglie arrotonda. Questa somma serve soltanto per le spese extra, le mie sono state soprattutto shopping e viaggi. La famiglia infatti mi assicurava vitto e alloggio, un cellulare (mi pagava le telefonate locali), l’uso di internet gratuitamente. La famiglia mette inoltre a disposizione alla propria Au Pair 500 $ da utilizzare per la sua istruzione.
Programma Au Pair in America: scuola e tempo libero
Non avendo molto tempo a disposizione per completare la parte dell’istruzione richiesta dal programma in quanto i miei orari lavorativi non erano sempre gli stessi, ho frequentato il corso online messo a disposizione dalla UCLA che è l’unico corso online possibile da fare per ottenere tutti i crediti richiesti. Potevo seguire le lezioni quando volevo e inviare i compiti senza date di scadenza.
Il resto del tempo libero l’ho trascorso facendo volontariato in spiaggia e facendo nuove amicizie con ragazzi provenienti da ogni parte del mondo.
Programma Au Pair in America: le vacanze
Ogni ragazza au-pair ha diritto a due settimane pagate di vacanza durante l’arco del programma. Io mi considero fortunata perché oltre alle mie vacanze, ai vari weekend trip, la famiglia mi ha portato in posti bellissimi come le Hawaii. Ci sono poi altre occasioni di break come durante il giorno del ringraziamento, durante lo spring break e durante il giorno dell’indipendenza in cui sono stata libera di viaggiare.
Programma Au Pair in America: l’estensione della permanenza
Questa per me è stata una decisione difficile da prendere. Intorno al 7°/8° mese, APIA ti informa riguardo l’opzione di estendere il programma oppure di ritornare a casa. Dopo averci pensato a lungo, ho deciso di estendere per ulteriori 9 mesi (ora che sono tornata rimpiango di non averne fatti 12 ) ma con una famiglia diversa, spinta dal desiderio di conoscere una realtà diversa e quindi trovare una nuova famiglia sulla East Coast. Così, una volta comunicato all’agenzia la mia intenzione di estendere con una nuova famiglia, come per la prima ricerca il mio profilo online venne riaperto e ricominciai lo screening delle famiglie finché non trovai quella che ancora oggi considero la mia famiglia americana.
Il giorno del mio anniversario negli States mi trovai ancora una volta in aeroporto pronta come l’anno prima ad una nuova avventura, questa volta la mia meta fu Philadelphia, Pennsylvania.
Programma Au Pair in America: la seconda famiglia
All’aeroporto venni accolta da tutta la famiglia: Adam, Lauren, Siena 4 anni e Kenley 1 e mezzo, mentre ad aspettarmi a casa c’erano i due cagnolini Napoleon e Izzy. Lauren lavora per una compagnia italiana ed ogni tanto era bello poter parlare con lei in italiano. Le bambine Siena e Kenley sono diventate delle sorelline per me, entrambe frequentavano un asilo quindi le mie mansioni erano svegliarle la mattina e prepararle per la scuola. Il pomeriggio intorno alle 16.00 andavo a prenderle a scuola e una volta a settimana accompagnavo Siena a danza, mentre durante le belle giornate stavamo al parco oppure organizzavo playdate con le mie amiche au pairs. In questa famiglia lavoravo meno ed avevo molto tempo libero che usavo per esplorare la città e fare nuove amicizie.
Programma Au Pair in America: la fine del viaggio
Purtroppo, dopo 21 mesi, è arrivato anche per me il momento di rientrare in Italia, lasciando in America due famiglie, due città del cuore, tantissimi amici e sì, anche l’amore! Il rientro è stato un mix di emozioni, non volevo partire ma riabbracciare la mia famiglia che non vedevo da tutta la durata dell’esperienza è stata davvero una gioia.
Il mio soggiorno negli Stati Uniti è stato possibile grazie a Euroeduca, agenzia italiana riconosciuta dall’ente governativo americano per sponsorizzare questo programma. Lo staff e i consulenti di Euroeduca mi hanno aiutata moltissimo, soprattutto nella fase iniziale quando si trattava di preparare tutta la documentazione richiesta e l’application.
Spero che questo racconto sia servito a darvi un’idea del programma Au pair in America dal punto di vista di chi lo ha vissuto direttamente.
Irene.”
Scopri di più sul programma Au Pair in America.
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